Caro lettore,
Questo è il primo articolo di una serie di molti che scriverò su MassimoSchiraldi.com.
La biografia di Matthew è un’autobiografia e si intitola “Greenlights. L’arte di correre in discesa“. È interessante e, per certi versi, stupefacente. Ho scoperto in lui un uomo saggio, un texano vero, una persona con un forte framework filosofico, ovvero un sistema di credenze chiaro e semplice che lo guida in tutto ciò che fa. Addentriamoci nell’analisi di questa vita:
Il Valore dell’Ottimismo
Essere ottimisti non è una banalità. Non significa rifiutare le negatività del mondo ma, piuttosto, andare avanti avendo fiducia in se stessi, nelle proprie capacità e (perché no?) anche con un po’ di orgoglio verso le imperfezioni che ci caratterizzano.
Diventare perfetti non può essere la meta finale perché è, come ovvio, impossibile. È importante, invece, fare pace con i propri demoni ed accettarsi per poter migliorare, partendo da una base solida.
Il nostro caro Matthew tiene un diario perché ciò lo aiuta a dimenticare i problemi. Anch’io, personalmente, ne tengo uno e, forse, è utile farlo. D’altronde, il mondo è pieno di persone che sostengono che la scrittura dei propri pensieri sia benefica.
Il famoso psicologo canadese Jordan B. Peterson sostiene, ad esempio, che la scrittura sia un modo eccezionale per affrontare i propri problemi.
L’impatto famigliare. Crescere in una famiglia, piuttosto che in un’altra, ha un peso enorme sulla vita delle persone.
Matthew è cresciuto in una famiglia abbastanza violenta, dove padre e madre venivano spesso alle mani. Diciamo pure che il loro rapporto matrimoniale era, a dir poco, rocambolesco.
In compenso, tra Matthew (il più piccolo) e i suoi altri due fratelli c’è sempre stato un grande affiatamento.
Io, in queste pagine, ci ho visto la necessità di unirsi per superare le difficoltà. L’educazione che i genitori davano ai figli era sicuramente dura. Matthew, ad esempio, ha imparato a nuotare venendo letteralmente buttato nel fiume Llano.
Questo tipo di severità che, in alcuni casi, può essere deleteria per i figli, ha, invece, fortificato Matthew che non si è mai sentito una vittima, come lui stesso dice.
La famiglia di Matthew, poi, è molto religiosa e rappresenta un ambiente in cui non è permesso arrendersi di fronte alle sfide della vita, mentire alle persone o odiare gli altri.
È interessante però quello che McConaughey chiama “mentalità del fuorilegge”, un leitmotiv con cui è cresciuto e che consiste nell’andare fieri di non essere beccati quando si infrangono le regole.
Ciò che ne deduco io è che va bene seguire le regole ma, in alcuni casi, è opportuno violarle con stile, senza che tale violazione diventi un problema. È un modo per affermare se stessi e le proprie capacità, in un certo senso.
Il futuro è un mostro, prima lo combatti, prima lo sconfiggi
A volte, riflettendoci, ci si accorge di essere schiavi di determinate abitudini e/o consuetudini. Le prime, come le seconde, ce le impone spesso il mondo esterno ma siamo noi a scegliere se continuare a seguirle oppure decidere di diventare la versione migliore di noi stessi.
McConaughey ha letto un libro che ho letto anch’io e che ho trovato estremamente utile, si chiama “Il più grande venditore del mondo” di Og Mandino. Nel libro c’è scritto: «Mi costruirò buone abitudini e diventerò loro schiavo».
Non c’è nulla di più utile se vogliamo lasciarci alle spalle ciò che non ci piace di noi stessi per costruire un percorso nuovo e luminoso. Forse la frase che riassume meglio questo concetto è: «Nella vita ci vuole il coraggio di capire chi si è veramente e la forza di diventare quel qualcuno.»
Costruire il proprio futuro significa anche essere sinceri con se stessi relativamente a ciò che si desidera veramente. Non sempre accettare le novità come fossero una nuova norma è utile, spesso è importante riflettere anche sulla validità dei cambiamenti che ci circondano.
Inoltre, è cruciale evitare di farsi trascinare dagli altri e/o dagli eventi in situazioni che non ci appartengono e che, alla lunga, ci rendono infelici.
La vita non ti deve nulla. Devi uscire a prenderti ciò che vuoi, dimostrando di meritartelo e confidando nel caso.
Matthew ha fiducia in sé ma confida anche nella fortuna, un altro elemento fondamentale per avere successo.
La fortuna, però, ti raggiunge solo se la direzione che percorri è quella che vuoi percorrere. Per un motociclista, la fortuna è una giornata di sole. Per un coltivatore, troppo sole senza pioggia è cattiva sorte. Ricordiamoci che “non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.”
È interessante il concetto che Matthew spiega benissimo dicendo che le cose “devi volerle, non averne bisogno, solo così avrai un’occasione.”
Purtroppo, o per fortuna, è una verità. Chi ha bisogno viene visto (e non a ragione) come qualcuno di poco valore, eternamente disponibile e pronto ad accettare qualsiasi condizione mentre chi brama qualcosa, senza necessitarne per vivere, può giocare la sua partita e vincerla.
Altri concetti importanti che mi sono annotato sono i seguenti: 1)vivere la vita come un costante movimento 2)sfruttare ogni momento per esplorare se stessi ed il mondo 3) trovare un compagno/a che ti supporti, piuttosto che affossarti 4) avere fiducia nel fatto che, superato il primo grosso scoglio, i successi arrivano l’uno dietro l’altro.
Ho voluto, però, separare e commentare 3 concetti, estrapolati dal libro, che credo possano essere utili:
«Il fuorilegge non vive ai margini, vive al centro»
Concetto meraviglioso. Nonostante facciano di tutto per farci credere che il successo arrivi a chi, come diceva Bennato, sta “in fila per tre”, ci scontriamo tutti i giorni con persone che, seguendo un percorso diverso, nella vita, hanno rivoluzionato interi settori. Ovviamente “fuorilegge” è un’iperbole. Si intendono persone che hanno rifiutato molte consuetudini.
Pensiamo, per esempio a Steve Jobs, Leonardo del Vecchio, Michele Ferrero, Sergio Marchionne, Jeff Bezos, Elvis Presley etc.
«Non è la freccia a cercare il bersaglio ma il bersaglio ad attirare la freccia»
È importante conoscere il mondo esterno, discernere cosa ci piace da cosa non ci piace e, nel momento in cui avremo coltivato il nostro orto, sapremo che chi verrà a ricercarne i frutti sarà interessato a chi siamo veramente: il bersaglio (opportunità) che va dalla freccia (noi).
«C’è una differenza tra l’arte e l’espressione di sé. Tutta l’arte è espressione di sé ma non tutta l’espressione di sé è arte.»
Anche qui siamo in presenza di una grande verità. Quante volte ci è successo di pensare qualcosa o di realizzare un progetto e di considerare la nostra creazione meritevole di apprezzamento? Forse troppe…
Spesso, però, si producono cose che necessitano di abbellimenti, lavoro, impegno ed è per questo motivo che non dobbiamo mai affezionarci troppo ad un nostro prodotto. Mettiamoci in discussione e sentiamo il parere degli altri per discernere l’arte dalla semplice espressione di noi.
Matthew, seguendo i suoi principi, ad un certo punto della vita ha deciso di abbandonare l’etichetta di attore di commedia romantica che l’industria gli aveva affibbiato per concentrarsi su ruoli drammatici. Si è messo in gioco, trasformando una “crisi esistenziale” in una “sfida esistenziale”.
Il risultato? Ha vinto un Oscar. Direi che si tratta di un grande semaforo verde.