Elvis Presley, è difficile sopravvivere ad un’immagine.

Autore:

Massimo Schiraldi

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Caro lettore,

In questo caso non si tratta di un’autobiografia e, stranamente, nemmeno di una biografia di Elvis Presley. Qui parliamo del libro “Elvis & il Colonnello. L’incredibile vita di Tom Parker, lo spregiudicato manager di Elvis Presley” di James L. Dickerson.

Ho letto questo testo perché, di fatto, la vita di Elvis è indissolubilmente legata a quella del manager che, nei fatti, lo ha trattato come una vera e propria macchina da soldi, prendendosi una fetta esageratamente grande dei profitti accumulati dal Re del Rock n’ Roll.

Il 2022 è stato un po’ l’anno del ritorno di Elvis Presley che è approdato nuovamente al cinema con “Elvis”, film biografico diretto da Baz Luhrmann ed interpretato, magistralmente, da Austin Butler.

Dal materiale che ho letto sono scaturite alcune riflessioni che ti ripropongo qui sotto. Addentriamoci, dunque, nell’analisi di questa vita:

È utile capitalizzare le proprie caratteristiche distintive. Non ricadere nella convenzione può farci sentire inferiori o stimolarci a credere in noi stessi. La seconda opzione è sempre preferibile.

In prima istanza è interessante vedere come le caratteristiche peculiari di un individuo (o di un’azienda) possano diventare un elemento di marketing molto potente.

Elvis aveva il suo iconico ciuffo, le sue movenze (per questo lo chiamavano Elvis The Pelvis) e, più avanti nella sua carriera, gli abiti stravaganti. Tutte caratteristiche che, per la maggior parte, metteva in mostra ben prima di diventare Elvis Presley.

Questi segni distintivi, tutto subito, generarono derisione da parte degli altri o esclusione ma, col tempo, si sono rivelati dei plus significativi.

Non basta, però, limitarsi a “credere in se stessi”. È utile, piuttosto, trattare le proprie caratteristiche peculiari come base per costruire una comunicazione efficiente e non come difetti da correggere.

Il tema qui è il ripudio del normale. La norma può sembrare seducente ma, di fatto, se si chiamasse “ordinarietà”, cosa che è in realtà, diventerebbe molto meno affascinante. Tutti vogliono una vita “normale”, pochi anelano ad una vita “ordinaria”. È importante sapere che chi cerca la prima, otterrà la seconda (sono sinonimi!).

La soluzione qui sta, ancora una volta, nel fare leva sulle proprie caratteristiche differenzianti e renderle dei vantaggi competitivi. Elvis è stato in grado di farlo.

È fondamentale occuparsi dei problemi senza procrastinare se si vuole evitare di trasformarli in ostacoli insormontabili.

Il Colonnello Parker, manager di Elvis, avrebbe guadagnato provvigioni superiori a quelle stabilite dall’industria. In altre parole, Elvis doveva lavorare molto più del previsto per guadagnare quello che altri potevano incassare con meno sforzo. La mole di concerti realizzati dal cantante in carriera è impressionante!

Il rapporto, a tratti conflittuale, tra Elvis ed il Colonnello, si è risolto solo alla morte del primo e grazie all’intervento delle autorità competenti.

La paura di affrontare una problematica può frenarci ma, alla lunga, il problema torna e, spesso, in forma ancora più grave. Bisogna “segnare in calendario” la risoluzione dei problemi di modo da ridurli a semplici punti su un elenco di cose da fare.

Lo stress non deriva dall’avere un problema ma dalla consapevolezza che lo stiamo ignorando

Se vendi un prodotto, non sei il prodotto.

Nel tempo, Elvis ha aumentato il consumo di medicinali che lo hanno reso dipendente. In aggiunta, ha probabilmente sviluppato anche depressione ed ansia.

Il successo è un veicolo di realizzazione personale, non la cura di tutti i mali. Un giorno un grande attore ha detto “Auguro a tutti di ottenere ciò che vogliono per capire che il successo non risolve nulla di ciò che abbiamo dentro“.

Se, da un lato, utilizzare le nostre caratteristiche ci può aiutare a vendere prodotti/servizi, non deve mai trasformarci nel prodotto/servizio che vendiamo.

Un prodotto ha una funzione ben precisa: essere utile solo agli altri (e non, ovviamente, a se stesso). I prodotti si consumano e diventano obsoleti, finendo poi nel cestino dell’immondizia.

Noi, al contrario, dobbiamo innanzitutto essere utili a noi stessi e, sicuramente, non possiamo consumarci volendo soddisfare a tutti i costi le esigenze degli altri.

Elvis si esibiva in continuazione, senza sosta, veniva prosciugato (economicamente) dal suo manager, aveva perso la moglie ed era visibilmente ingrassato prima di morire molto giovane (42 anni). La sua vita ci insegna a dare valore alla nostra, rifiutandoci di trasformarci in un prodotto (in questo caso di intrattenimento) che, una volta esausto, viene gettato via.

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Ciao sono Massimo, un consulente di marketing strategico e giornalista editorialista. Dal 2024 sono Direttore Responsabile della rivista specializzata Retail Watch.

Nel 2020 ho deciso di impegnarmi a leggere 52 libri l’anno (1 a settimana), privilegiando le biografie. Ho imparato la disciplina dagli “All Blacks”, la perseveranza da James Dyson, la negoziazione da Winston Churchill, il sacrificio da Leonardo Del Vecchio e molto altro ancora.

È tramite gli occhi degli altri che comprendiamo come il nostro sia solo un punto di vista. Il mondo ha 16 miliardi di occhi, non accontentiamoci di vederlo solo con 2.

Nel 2024 ho deciso di organizzare i concetti e condividerli con voi in pillole leggibili in 5 minuti.

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