Leonardo Del Vecchio & la dolce rivincita

Autore:

Massimo Schiraldi

Argomenti:

Cari lettori,

Oggi parliamo di Leonardo Del Vecchio, fondatore del colosso dell’occhialeria Luxottica ed uno degli uomini più ricchi d’Italia, venuto a mancare nel 2022.

La biografia da cui traggono spunto le osservazioni qui di seguito è quella scritta da Tommaso Ebhardt, lo stesso che si occupò di narrare le vicende della vita di Marchionne.

I valori contano più del punto di partenza

Leonardo nasce a Milano nel 1935 da una famiglia che è arrivata dalla Puglia in cerca di opportunità. È orfano di padre e la madre, non riuscendo a badare a lui, lo consegna all’Orfanotrofio dei Martinitt.

Il Martinitt insegna a Leonardo la disciplina e dei principi di stampo sostanzialmente calvinista. Per citare il libro:”Lavorare instancabilmente, combattendo ogni forma di parassitismo e di pigrizia, vivere nella maniera più frugale senza cedere alle lusinghe del piacere mondano, impiegare in nuove attività produttive utili le ricchezze accumulate.”

Praticamente parliamo di una filosofia basata sulla creazione di valore che viene rimesso in circolo, per migliorare la vita della comunità.

Pur partendo senza né soldi né esperienza (Leonardo ferma il proprio apprendimento scolastico alla quinta elementare), ha chiaro in mente cosa bisogna fare per creare ricchezza, ovvero costruire valore per gli altri, trattenendone una parte per sé.

Leonardo impara la professione di incisore e stampatore ed inizia così il suo percorso lavorativo. Il Martinitt, non a caso, è stato frequentato anche, tra gli altri, dal famoso editore Angelo Rizzoli.

La fortuna della povertà

Questo concetto lo troviamo in molte delle biografie di chi ha iniziato proprio dal nulla, senza né mezzi né supporto.

Nascere povero significa conoscere già il peggio che può capitare, qualora si perdesse tutto ciò che si possiede. Si ha contezza del fatto che sì, vivere con poco è difficile ma, comunque, possibile.

Questa consapevolezza rende i nati in tale condizione più predisposti al rischio, a seguire le proprie intuizioni. Tanto il fondo lo hanno già toccato una volta e lo conoscono bene.

Per qualcuno, quindi, poter partire da zero rappresenta addirittura una fortuna, un vantaggio competitivo su chi, al contrario, terrorizzato da sbagliare e perdere il proprio status quo, si adagia sulla mediocrità, rinunciando a fare la differenza. È la necessità che ci fa compiere scelte coraggiose.

Allo stesso tempo, conoscere i disagi dovuti alla povertà significa, comunque, fare di tutto per non riviverla. Questo vale anche per Leonardo che ha un grande spirito di sacrificio è una capacità straordinaria di reggere ritmi di lavoro durissimi.

Per anni, quando lavorava, Leonardo mangiava per pranzo solo del cavolo bollito perché non poteva permettersi pane e mortadella, in un ambiente in cui, come egli stesso dice: “manco mi chiamavano per nome quando avevano bisogno di me.” A lui però non importava, l’obiettivo rimaneva imparare ad essere il migliore in quello che faceva.

Cogliere opportunità, ricercando il successo

Quando decide di mettersi in proprio, Leonardo di giorno lavora in fabbrica e di sera gestisce una piccola attività in cui produce, come terzista, stampi e minuteria metallica, anche per occhiali.

È costantemente alla ricerca degli spazi di mercato migliori per far fruttare tempo e risorse. È per questo che, quando capisce che nel mondo degli occhiali c’è meno concorrenza, è lì che concentra tutti i propri sforzi.

Qui c’è un elemento importante da notare. Leonardo non ha inventato nulla di particolare perché entra in un mercato, quello dell’ottica il quale, sebbene in futuro si trasformerà quando l’occhiale entrerà a pieno titolo nella categoria degli accessori moda, di fatto esisteva da centinaia di anni prima della nascita di Del Vecchio.

Ciò significa che la strategia di fare il prodotto migliore, diventando i più bravi nel proprio mestiere, paga anche in settori a basso tasso di innovazione. Ovviamente, rimane importante evitare mercati saturi. Quello dell’ottica, ad esempio, non lo era allora né lo è adesso.

Lavorare sodo, senza orari, dando l’esempio al proprio team per raggiungere la perfezione, consente a Leonardo di aumentare il proprio vantaggio competitivo sui concorrenti di anno in anno.

Un altro concetto da tenere a mente è che l’opportunità segue inevitabilmente l’azione. È quando agisci, iniziando dunque a lavorare e a dedicarti ad un mestiere, che puoi cogliere le opportunità offerte da un determinato scenario di mercato come ha fatto Leonardo. Attendere la fortuna, senza agire, significa rinunciare in partenza.

Una visione a lungo termine, sempre

Leonardo si sposta ad Agordo dove entra in società con i titolari della Metalflex, azienda cliente dell’attività da terzista di sua proprietà.

Del Vecchio ha una quota di minoranza ma detiene tutte le deleghe alla gestione. È da qui che inizia il sogno Luxottica.

Leggendo la biografia, appare chiaro come per Leonardo la sicurezza dell’azienda e delle persone che vi lavorano, da lui considerate come una vera e propria famiglia allargata, costituiscano elementi prioritari anche rispetto alla sua stessa vita privata.

Pensa da subito a come rendersi sempre più indipendente o da un Paese o da un mercato o ancora dai suoi stessi soci. Leonardo ha l’ossessione di controllare tutta la filiera. Prima non si accontenta di fare solo le montature e quindi decide di assemblare gli occhiali interi, entrando in concorrenza con i soci della Metalflex, poi non vuole rimanere confinato al mondo della produzione e decide, dunque, di comprare catene retail di ottica tra cui l’americana LensCrafters e l’olandese GrandVision. Tutto questo accade in decenni e culmina con la fusione di Luxottica ed Essilor, azienda leader produttrice di lenti. È con quest’ultima operazione che Leonardo riesce a chiudere il cerchio della filiera.

Dalle righe del testo traspare la costante insoddisfazione di Leonardo, la paura che la sua creatura, Luxottica, nonostante le dimensioni, possa sempre essere sotto attacco.

È per questo che effettua tante acquisizioni ed è per lo stesso motivo che compra la Ray-Ban in America. L’obiettivo è quello di rendere l’azienda finanziariamente forte, attraverso marchi che consentono di operare con margini maggiori e continuativi.

La visione rimane a lungo termine. È necessario rispondere alla domanda: “Cosa può fortificare il mio business?“.

In sostanza, Leonardo sa che non basta essere degli squali per non venire mangiati, occorre anche essere gli squali più grandi, più forti e con i denti più affilati.

Quando Leonardo liquida i soci della Metalflex, l’azienda rischia molto perché entra in una momentanea crisi di liquidità. Fortunatamente, il fondatore riesce a salvare la situazione, con il supporto di un grande cliente americano. Aveva però accettato il rischio per evitare che Luxottica si impantanasse in una situazione di stallo con soci di maggioranza che vedevano altrove le proprie leve di crescita.

Veloce come il vento

Leonardo è per prima cosa un produttore di occhiali. Nella sua testa c’è sempre la fabbrica che lui arricchisce continuamente di macchinari all’avanguardia e di talenti specializzati che lo aiutano a migliorare sempre il prodotto.

La sua fabbrica innanzitutto dev’essere veloce. Non appena c’è un nuovo trend, Luxottica si adegua e produce i modelli nuovi, così come quando vengono segnalate delle modifiche da apportare per i clienti e l’azienda le applica in men che non si dica.

Velocità significa poter sistemare gli errori in fretta ed intercettare le opportunità che si manifestano, senza perdere tempo prezioso.

Essere riuscito a costruire una struttura in grado di applicare correttivi alla svelta, bruciando la concorrenza, è un altro dei meriti di Leonardo che ha generato successo per Luxottica.

In definitiva possiamo dire, dunque, che l’orfano è riuscito a creare valore per sé, per i suoi dipendenti e per i propri clienti, dimostrando che i valori appresi dal suo passato difficile gli sono stati fondamentali per costruire un futuro di successo.

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Ciao sono Massimo, un consulente di marketing strategico e giornalista editorialista. Dal 2024 sono Direttore Responsabile della rivista specializzata Retail Watch.

Nel 2020 ho deciso di impegnarmi a leggere 52 libri l’anno (1 a settimana), privilegiando le biografie. Ho imparato la disciplina dagli “All Blacks”, la perseveranza da James Dyson, la negoziazione da Winston Churchill, il sacrificio da Leonardo Del Vecchio e molto altro ancora.

È tramite gli occhi degli altri che comprendiamo come il nostro sia solo un punto di vista. Il mondo ha 16 miliardi di occhi, non accontentiamoci di vederlo solo con 2.

Nel 2024 ho deciso di organizzare i concetti e condividerli con voi in pillole leggibili in 5 minuti.

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